Parlare di corsa ai tamponi non è corretto, la si potrebbe definire una vera e propria maratona che, da Nord a Sud (isole comprese), sta riguardando tutti. La domanda che ci si pone in questi giorni di "festa" (da dimenticare) è "sono stato a contatto con un positivo"? E, diciamocelo, l'ansia la fa da padrona.
La conseguenza della preoccupazione? Una, in primis: il bisogno di fare un tampone rapido, per se stessi e, soprattutto, per le persone care che ci circondano, fugando via così ogni dubbio. Ma, come sempre accade, la fretta non è una buona consigliera. Non ci si interroga, infatti, sulle corrette modalità di esecuzione di un tampone.
Facciamo, dunque, chiarezza su un punto in particolare: quanto tempo dopo un contatto andrebbe fatto un tampone.
Chiedere al proprio medico di famiglia, se si è avuto un contatto diretto con un positivo o si avvertono dei sintomi sospetti, è la procedura. In generale, il consiglio è di effettuare un tampone dopo circa 48 ore dal contatto e di ripetere il test rapido dopo 5 giorni.
Il tempo trascorso, infatti, è davvero necessario, perché il virus sfugge ai test e può essere riscontrato:
Il rischio? Ovviamente, che il risultato sia negativo o, per essere precisi, un falso negativo.
Ricordiamo quali sono le differenze tra un tampone molecolare e uno rapido.
Nel primo caso, il risultato lo si ha, solitamente, dopo 12 o 72 ore, trattandosi di un test attendibile che legge tutte le parti del virus; bastano anche solo pochi filamenti di Rna virale e, grazie all'enzima polimerasi, il risultato è certo.
Al contrario, il test antigenico è meno attendibile, ricercando il genoma del virus, ma solo in alcune componenti.
Falsi negativi: perché accade con i tamponi rapidi?
A rispondere alla questione che, negli ultimi giorni, sembra diventata particolarmente discussa, è uno studio, pubblicato sulla rivista Future virology, e svolto su 332 pazienti, da cui si evidenzia come il test antigenico rapido sbagli quasi una volta su due.
Dunque, non si può dormire sonni tranquilli? Beh, non del tutto, soprattutto se pensiamo alla variante Omicron e alla velocissima replicazione del virus: un positivo potrebbe avere un test negativo la sera e non la mattina seguente!
Non esiste "un giusto e uno sbagliato"; certamente, senza i tamponi rapidi, si avrebbe meno consapevolezza, quindi va evidenziata la loro utilità, evitando però di sottovalutare alcuni aspetti chiave (come il tempo). Nel caso di sintomi o di contatti stretti, è bene sempre seguire le indicazioni del Ministero, porsi in auto-isolamento e rispettare l'iter ufficiale.
E cosa pensare delle code in farmacia o ai punti dedicati ai tamponi? Se necessarie ok, ma sempre meglio prenotarsi ed evitare assembramenti. Il virus sarà anche mutato, ma le regole restano le stesse, in primis quelle dettate dal buon senso e dalla sensibilità di ciascuno.
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